Scegliere quale RAID sia il migliore per le proprie esigenze non è semplice: serve conoscere le caratteristiche delle varie configurazioni che spesso richiedono nozioni tecniche non immediate, soprattutto per chi è alle prime armi. Tra i fattori più importanti da considerare ci sono: efficienza di archiviazione, protezione dei dati, velocità e costi.

Ogni livello RAID comporta dei compromessi che lo rendono più o meno adatto a specifiche applicazioni. Abbiamo già discusso le caratteristiche in articoli tecnici che puoi trovare a questi link:

Questo articolo nasce per offrire una guida veloce e pratica: scegliere il RAID giusto per ogni uso. Puoi anche saltare direttamente alla sezione che ti interessa!

Workstation RAID

Quando serve davvero il RAID?

Prima di approfondire ogni applicazione, c’è una domanda che dovresti porti: hai davvero bisogno di un RAID?

Il RAID è un sistema di archiviazione progettato per migliorare le prestazioni e/o aumentare la sicurezza dei dati. Aumentare le prestazioni è necessario se lavori con file di grandi dimensioni o apri molti file in contemporanea. In questi casi anche un SSD performante può andare in difficoltà, mentre un RAID può fare la differenza.

Incrementare la sicurezza, significa sia creare copie ridondanti dei dati, sia garantire continuità operativa in caso di guasti. Se hai bisogno di un sistema di backup automatico e costante, oppure non puoi permetterti interruzioni di lavoro a causa di un disco rotto, un RAID potrebbe essere la soluzione ideale.

Va considerato che la gestione di un RAID richiede un minimo di competenza tecnica: una configurazione errata può comprometterne l’efficacia e, nei casi peggiori, causare la perdita dei dati.

Quale RAID per il photo editing

Nella fotografia digitale, efficienza e sicurezza dello storage non sono un optional. I file RAW ad alta risoluzione pesano molto così come le sessioni di editing, e perdere anche solo una cartella significa causare danni economici e alla reputazione spesso irreparabili.

Le esigenze più comuni in ambito fotografico sono tre:

  • protezione e backup dei file, specialmente per le foto dei clienti e il portfolio personale. Le unità esterne sono una soluzione diffusa, ma vanno collegate e sincronizzate con regolarità, un’attività che richiede disciplina quotidiana.
  • velocità in lettura quando si aprono file pesanti in sequenza o si usano macro in Lightroom e Photoshop.
  • spazio di archiviazione, dato che le librerie fotografiche tendono a crescere rapidamente e possono saturare un singolo disco.

Configurazioni consigliate:

  • RAID 0: migliora sensibilmente le prestazioni e l'efficienza dello storage, poiché lo spazio viene utilizzato completamente dai file su tutti e 2 i dischi. Tuttavia, non offre alcuna protezione: se un disco si guasta, i dati vanno persi. Valido solo se c’è un sistema di backup esterno affidabile.
  • RAID 1: duplica i dati su 2 dischi. Offre massima sicurezza, ma lo spazio disponibile si dimezza. Adatto a chi privilegia la protezione rispetto alle prestazioni.
  • RAID 10: unisce le qualità di RAID 0 e 1, offrendo velocità + ridondanza, ma richiede almeno 4 dischi. È una soluzione robusta, ma anche costosa e complessa.

Per fotografi singoli una configurazione RAID 1 su SSD, o un RAID 0 abbinato a un backup esterno, bilanciano semplicità e prestazioni. Per studi fotografici, un RAID 10 rappresenta una scelta solida e scalabile che giustifica l’investimento grazie alla mole di lavoro e al rischio maggiore in caso di guasti.

Quale RAID per il video editing

Il montaggio video è un'attività molto esigente in termini di spazio e velocità dello storage. I video, soprattutto in 4K, RAW o ProRes, possono occupare centinaia di gigabyte a fine progetto. Dimensioni così elevate influiscono direttamente sul tempo di accesso ai file e la fluidità nell’editing, variabili che incidono sulla produttività e i costi.

Tre esigenze chiave di chi fa video editing ci sono:

  • velocità di lettura/scrittura: lavorare in timeline con file pesanti richiede uno storage capace di sostenere elaborazione elevata, specialmente con codec non compressi o flussi multicamera.
  • spazio di archiviazione: i progetti video crescono rapidamente e un singolo disco potrebbe saturare velocemente.
  • protezione del lavoro in corso: perdere un progetto a metà montaggio può significare giorni (se non settimane) di lavoro buttati.

Configurazioni consigliate:

  • RAID 0: offre prestazioni eccezionali, ideali per timeline complesse, proxy ad alta qualità o flussi multicamera. Anche in termini di spazio è la soluzione migliore, poiché sfrutta tutta la capacità dei dischi. Ma in caso di guasto non offre nessuna ridondanza ed è usabile solo con backup costanti.
  • RAID 5: ottimo compromesso che combina velocità e ridondanza con una buona efficienza di storage. Richiede almeno 3 dischi. Può sostenere grandi carichi di lettura e scrittura ed è molto usato in ambienti professionali.
  • RAID 10: eccellente in termini di prestazioni e protezione, grazie alla combinazione di striping e mirroring, ma richiede almeno 4 dischi e un budget adeguato.

Nella pratica, un videomaker freelance potrebbe optare per un RAID 0 + backup esterno per velocità ed economicità, a patto di sincronizzare il backup regolarmente. Un piccolo studio potrebbe optare per un RAID 5, che bilancia spazio, prestazioni e protezione, mentre un medio-grande studio dovrebbe considerare un RAID 10, per garantire continuità operativa e prestazioni.

Per quanto riguarda gli studi di video editing, la capacità dei dischi è un problema ricorrente. Una soluzione intelligente è il workflow a più livelli che consente di distribuire i file in base allo stato di avanzamento del progetto. Ad esempio:

  • livello attivo:  i file su cui stai lavorando, archiviati su uno storage molto veloce (es. SSD NVMe o RAID 0) per massime prestazioni in timeline.
  • livello intermedio: progetti conclusi di recente o in attesa di revisione, su uno storage capiente e bilanciato (es. RAID 5 o RAID 10).
  • archivio a lungo termine: materiale finito da archiviare su dischi esterni, NAS o cloud, dove capienza e sicurezza sono prioritarie.

Questa strategia aiuta a liberare spazio sui dischi dove serve velocità, proteggendo comunque il lavoro nel tempo.

Quale RAID per l'audio editing

Musicisti, sound designer, podcaster e tecnici di produzione condividono le stesse esigenze: bassa latenza e alta velocità di lettura, specialmente nell’accesso a librerie con campioni di alta qualità. A seconda dell’ambiente di lavoro, che sia la propria abitazione, uno studio professionale o un setup mobile, le configurazioni di storage possono cambiare a causa dello spazio disponibile per più dischi.

L'uso di SSD è sempre più diffuso, ma quando si lavora con file non compressi in sessioni simultanee, una configurazione RAID può fare la differenza.

Configurazioni RAID consigliate:

  • RAID 0: perfetto per chi cerca la massima velocità in lettura e scrittura. Ideale per sessioni con molti sample o stream audio simultanei. Da abbinare a backup frequenti su supporti esterni o cloud.
  • RAID 1: adatto a progetti meno critici dal punto di vista delle performance, ma in cui la sicurezza dei dati è prioritaria. Con SSD performanti, il calo prestazionale è minimo.
  • RAID 10: la soluzione ideale per studi professionali. Combina la velocità di RAID 0 con la ridondanza di RAID 1. Richiede almeno 4 dischi, ma offre tempi di accesso rapidi e protezione dei dati.

Nei PC desktop con slot multipli, RAID 10 rappresenta il miglior compromesso tra velocità e affidabilità.
In ambienti più compatti come laptop o mini-PC, è meglio orientarsi su SSD NVMe ad alte prestazioni accompagnati da un sistema di backup automatico.

Quale RAID per il backup personale

Anche in ambito domestico è fondamentale disporre di una soluzione per proteggere i propri file in modo continuo. Documenti di lavoro e archivi personali meritano uno storage che garantisca una buona resilienza ai guasti senza complicare la gestione quotidiana.

È importante chiarire un concetto: il RAID non è un backup. Il suo scopo principale è garantire la continuità operativa attraverso ridondanza dei dati. Tuttavia, alcune configurazioni come il mirroring clonano i dati su un disco di riserva assomigliando a un vero e proprio backup.

Le esigenze comuni in ambito personale sono:

  • automatizzare le copie per non dover trasferire manualmente i file.
  • semplificare la configurazione per una gestione che non richiede competenze tecniche.

Per una soluzione semplice e immediata, il RAID 1 è un'ottima scelta.
Bastano due dischi e una configurazione minima, spesso già accessibile dal sistema operativo. Ogni dato viene automaticamente duplicato sul secondo disco, senza che l’utente debba copiare i file modificati.

In caso di guasto di uno dei due dischi, puoi continuare a lavorare senza interruzioni. Una volta sostituito il disco difettoso, il sistema avvia la copia dei dati sul nuovo supporto, ripristinando la configurazione originale.

Quale RAID per il backup aziendale

Nelle aziende, il backup è una necessità fondamentale per garantire la continuità operativa e la protezione di dati sensibili, finanziari e produttivi. 

Le esigenze comuni includono:

  • disponibilità costante di dati
  • rapidità di ripristino
  • scalabilità, cioè capacità di crescere senza dover ricostruire tutto da zero
  • possibilità di centralizzare il backup

Centralizzare il backup significa convogliare i dati in un unico sistema di archiviazione connesso alla rete, come un NAS o un server. Questo approccio migliora la gestione e la sicurezza dell’intero sistema IT.

Configurazioni RAID consigliate:

  • RAID 5: adatto a piccole aziende. Offre equilibrio tra capacità, prestazioni e ridondanza. La singola parità protegge dal guasto di un disco e ottimizza l’uso dello spazio. Necessita di almeno 3 dischi. 
  • RAID 6: consigliato quando la priorità è l’integrità dei dati. Grazie alla doppia parità, può resistere al guasto simultaneo di due dischi. Necessita di almeno 4 dischi. 
  • RAID 10: unisce prestazioni elevate e alta protezione dei dati. Necessita di almeno 4 dischi. 
  • RAID 50: una configurazione annidata che combina RAID 5 e 0. Offre prestazioni e tolleranza ai guasti superiori a RAID 5. Necessita di almeno 6 dischi. 
  • RAID 60: una configurazione annidata che combina RAID 6 e 0. Consigliato in ambienti ad altissima disponibilità, dove anche due guasti simultanei non devono compromettere i dati. Necessita di almeno 8 dischi. 
  • RAID su virtual machine: con la crescente diffusione della virtualizzazione, è comune definire volumi RAID anche su dischi virtualizzati, sfruttando le funzionalità software degli hypervisor o file system come ZFS

Una strategia di disaster recovery completa il quadro di una strategia di backup aziendale efficiente. Per proteggersi da eventi estremi, come incendi, furti o attacchi ransomware, è essenziale conservare anche copie su supporti esterni non connessi alla rete.

Quale RAID per il gaming

I gamer esigenti puntano a ridurre ogni possibile collo di bottiglia e lo storage è uno di questi. Per giocare in modo ottimale sono necessari caricamenti rapidi, fluidità di gioco e installazione veloce. Man mano che i giochi crescono in dimensioni e complessità, anche lo storage deve stare al passo.
Un sistema RAID può offrire vantaggi notevoli, soprattutto su un PC da gioco avanzato o configurazioni da streaming.

Configurazioni consigliate:

  • RAID 0: è la scelta ideale per migliorare le performance in lettura e scrittura. Accelera i tempi di caricamento e, in alcuni casi, anche il frame rate rispetto al singolo disco. Non offre alcuna protezione dei dati, ma per installazioni di giochi sincronizzati su piattaforme cloud rappresenta una soluzione ottimale.
  • RAID 10: è un buon compromesso tra prestazioni e ridondanza perché combina striping e mirroring. È ideale per chi usa il PC sia per gioco che per altre attività dove la perdita di dati è un rischio.
  • M.2 NVMe in RAID 0: per migliorare ulteriormente le prestazioni, configurare due SSD M.2 in RAID 0 offre velocità mozzafiato. È sufficiente un piccolo setup via BIOS senza competenze avanzate.

Per configurazioni al top è consigliabile usare un controller hardware anziché software. I controller fisici non usano la CPU e integrano una cache hardware migliorando la reattività e riducendo i tempi di accesso ai dati.

Quale RAID per le workstations

Le workstation professionali, usate in contesti come progettazione CAD, rendering 3D e simulazioni ingegneristiche, devono affiancare alla potenza di calcolo la velocità di accesso ai dati. Per questo motivo, la scelta dello storage deve dare priorità alla velocità, oltre che alla sicurezza.

A differenza degli ambienti server o NAS aziendali, le workstation hanno uno spazio limitato per l’installazione dei dischi, quindi è importante scegliere strategicamente il RAID giusto.

Configurazioni consigliate:

  • RAID 0:  adatto a chi ha 2 slot e come priorità assoluta la velocità , ad esempio nel rendering video o nel caricamento di asset pesanti. Consigliato solo se abbinato a un backup esterno.
  • RAID 1: ideale per chi vuole proteggere dati con solo 2 dischi. Essendo basato sul mirroring,  ogni dato scritto su un disco viene duplicato sull’altro. Questo porta a un calo di prestazioni che tuttavia, utilizzando SSD moderni, diventa trascurabile.
  • RAID 10: la soluzione più completa per workstation ad alte prestazioni. Combina striping e mirroring, assicurando velocità e protezione. Richiede almeno 4 dischi, ma garantisce un eccellente compromesso.
  • RAID 5: possibile su workstation con almeno 3 slot dischi. Offre una buona efficienza in lettura, ma le prestazioni in scrittura possono non essere ideali in ambienti molto intensi.

Molte workstation moderne adottano soluzioni NVMe RAID software o RAID gestito via BIOS/Uefi che permettono configurazioni ibride anche su dischi SSD mantenendo bassi i tempi di accesso.

Cosa fare in caso di guasto RAID

Qualunque sia l'applicazione, è importante ricordare che nessun livello RAID garantisce la protezione assoluta dei dati. Anche le configurazioni con ridondanza, come RAID 1, 5, 6 o 10, possono fallire in presenza di guasti simultanei, picchi di corrente, eventi naturali, errori umani, attacchi ransomware.
Questi eventi possono causare la perdita totale dei dati, così come i tentativi maldestri di ricostruzione.

Se si verifica un guasto:

  • spegnere il sistema, soprattutto in caso di rumori anomali o errori di lettura/scrittura.
  • annotare sintomi e messaggi d’errore per facilitare una diagnosi tecnica.
  • non sostituire i dischi a mano.
  • evitare l'uso di software di recupero generici che potrebbero sovrascrivere i metadati e rendere impossibile la ricostruzione.

Quando i dati sono critici o la situazione è complessa, è fondamentale rivolgersi a un laboratorio specializzato con le tecnologie e competenze necessarie per intervenire.

Cosa può fare un laboratorio specializzato come DataLab

DataLab dispone di strumenti dedicati, camere bianche per l'apertura dei dischi e tecnologie proprietarie per la ricostruzione dei volumi RAID attaccati da ransomware.

Ecco quello che possiamo fare:

  • eseguire una diagnosi accurata e non invasiva
  • clonare i dischi per lavorare su copie identiche e proteggere l’originale
  • leggere i dati in formato grezzo, anche da dischi parzialmente funzionanti
  • ricostruire la struttura RAID e i file system corrotti
  • sostituire i componenti danneggiati in camera bianca (testine, PCB, motori)
  • recuperare e decifrare dati colpiti da ransomware, laddove tecnicamente possibile

Se il tuo RAID è diventato inaccessibile, non improvvisare: agire con prudenza è la prima forma di protezione. Contatta DataLab per una valutazione del tuo caso. Il nostro team è pronto ad aiutarti con la massima cura e competenza.

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